I Broken art sono una valida ma spesso sfortunata band hardcore torinese. Nel bene o nel male negli anni si sono creati un nome e anche se la sfortuna più volte gli ha tirato delle palle di popò, loro sono riusciti a schivarle tutte e ad essere qui adesso.
Questo album è stato registrato nel 2003 ed in tale anno doveva uscire, ma come spiegato prima non andò tutto bene.
Ci sono band a cui va tutto dritto, ed altre a cui le ruote si bucano facilmente, la differenza tra i Broken Art e la maggior parte delle altre band è che loro hanno così tanta voglia di suonare hardcore che nonostante i numerosi problemi, dopo 3 anni, riescono a riprendere vita. Difatti nel 2006 la band è tornata a suonare live e anche molto, soprattutto a Torino, ma anche in giro per l’Italia, Aosta, Roma, Perugia ecc ecc.
Nonostante ora abbiano di nuovo problemi di formazione hanno fatto le cose in grande, ristampando questo album “Immaginando il silenzio” due mesi fa (gennaio ‘07). Invece di ricorrere ad una etichetta indipendente hanno chiesto aiuto alla cospirazione DIY che è intervenuta con ben 18 presenze da tutta Italia.
Spiegare che cosa fanno i Broken Art può sembrare facile in apparenza, ma io lo trovo non semplicistico, anche perché le influenze sono così varie che potrei mandarvi fuori strada. Sicuramente, come proprio loro si definisco, appartengono alla scena hardcore torinese e l’influenza vecchia scuola, soprattutto nell’attitudine si vede e si sente.
Ma l’influenza melodica qui è presente in abbondanza, addirittura conosco ragazzi che me li definiscono i “nofx italiani”, paragone che lascia il tempo che trova secondo me. La voce è molto particolare e secondo me ha bisogno di qualche ascolto prima di farsi apprezzare, soprattutto quando nei live propongono cover di canzoni hardcore italiane anni ‘80, ma appena l’orecchio si abitua, la giostra inizia a funzionare alla meraviglia. Anche perché la parte musicale è bellissima, ricercata e ben strutturata, la batteria a me colpisce particolarmente, ma anche le corde le sanno usare come si deve.
Tra i tanti pezzi che preferisco ci sono “Combattimento clandestino”, “Il giorno che passa”, “Mondo senza eroi” e “Lontano da me”. I testi sono molto personali e trattano anche temi impegnati, in maniera entusiasmante in certi casi.
Il booklet è molto semplice tutti i testi con le relative traduzioni in inglese e un bel po’ di immagini che descrivono con pochi scatti perché le cose non vanno bene, il tutto in maniera vecchia scuola. Il cd ha 18 canzoni e costa 6-8 euri.Grande album, grande band, cercateli e guardateveli.
Voto: 8,9