La band di Brighton ha idee chiare e un atteggiamento assai tranquillo se paragonato a quello di molti loro colleghi d’Oltremanica…
…, una scelta non casuale che li rende ancor più interessanti dopo aver ascoltato “Ocular.Unveil”, un disco che evidenzia tutte le caratteristiche del post-hardcore odierno, tecnico e passionale. A fare quattro chiacchere con noi è il bassista Ant.
Come molte band britanniche anche i Brides pare vogliano subito concentrarsi in territorio europeo e non solo a quello nazionale. Quanto conta avere una buona promozione nel Vecchio Continente per una band come la tua?
Ant: L’Europa è terra di conquista per band americane, figuriamoci per chi ne fa parte! Limitarsi ad aver successo in Gran Bretagna è riduttivo in quanto ti chiuderesti in un contesto assai interessante ma al tempo stesso di nicchia visto che ciò che proponiamo non è commercialmente palpabile dal grande pubblico. Riuscire a entrare in un giro europeo significa avere la possibilità di farsi conoscere suonando e conoscendo persone nuove, elementi che non fanno altro che rafforzare il tuo nome tra i vari promoter locali. I Brides come molte altre nuove realtà odierne hanno come unico desiderio il farsi conoscere grazie alle proprie doti, senza aiuti dall’alto e proprio per questo l’unica strada percorribile è quello dei live show.
Entrando nello specifico e vista la vostra giovane età, quali band o album hanno influenzato il vostro sound?
Ant: Difficile essere esaustivi dinanzi a una simile domanda. Le band che hanno in qualche modo coinciso con la nostra crescita artistica sono molte e assai diverse tra di loro. Siamo tutti grandi fan degli A Wilhelm Scream ad esempio, essi hanno influenzato molto il nostro modo di comporre e lo stile. Un altro nome che ha sicuramente influito sulle parti vocali e sul modo di comporre le liriche è quello degli Hot Water Music, in fatto di creatività credo siano ancora oggi tra i migliori.
“Ocular.Unveil” è il vostro debutto discografico. Vuoi presentarcelo?
Ant: Questo disco mi piace interpretarlo come una raccolta di canzoni scritte durante il 2008, solitamente tutti tendono a esaltare o idolatrare i propri lavori, nel nostro caso preferiamo lasciare a chi lo ascolterà il compito di dare un giudizio su quanto fatto. E’ comunque logico che siamo tutti molto fieri di come sia venuto fuori e la speranza è che anche il pubblico riesca ad apprezzarlo nella sua interezza. Per presentarlo in maniera esaustiva posso dire che “Ocular.Unveil” è un disco dove al suo interno trovano spazio i nostri amori, il punk rock, l’hardcore, partiture rock inclini al prog e infine un buon lavoro svolto sulle liriche divise tra parti urlate e melodiche.
Viste le molteplici sfumature del vostro sound credo sia logico pensare che non sia stato semplicissimo il processo di songwriting…
Ant: Si e no. Molte canzoni sono nate in maniera naturale perchè in fondo tutti noi ci conosciamo ormai da anni e quando ci troviamo a scrivere nuovi pezzi non serve molto per focalizzare l’obiettivo da raggiungere. Qualche difficoltà – se di essa vogliamo parlare – l’abbiamo riscontrata una volta preparate tutte le canzoni, riascoltandole abbiamo cercato i punti dove necessitavano miglioramenti e la fase successiva fu proprio quella di studiare nuovi elementi da inserire in quei determinati frangenti, sia nella parte sonora che in quella vocale. La maggior parte del tempo prima di entrare in studio è stata spesa proprio sulla sistemazione di piccoli elementi, un lavoro certosino e alla lunga snervante vista la già complessa struttura dei nostri brani.
Quanto tempo è stato speso per “Ocular.Unveil”?
Ant: In totale intorno agli otto mesi, molto di questo tempo è stato speso nel periodo in cui abbiamo avuto il cambio di cantante altrimenti avremmo impiegato molto meno tempo. Max (voce – nda) ha fatto un lavoro egregio, non si è spaventato all’idea di lavorare in tempi stretti sui testi nonostante facesse parte della band da pochi giorni e ha ottenuto risultati strabilianti. Il suo segreto penso sia stato mettersi subito al lavoro con il nostro chitarrista Trist, che si è prestato da subito nell’illustrargli cosa volevamo ottenere e dandogli una grossa mano nella scrittura dei testi. Il concept lirico fonde messaggi sociali e politici, preferiamo parlare di cose serie piuttosto che di argomenti trattati nel quotidiano da chiunque. Ciò che emerge da ogni brano è un mix tra rabbia e speranza, caratteristiche che rendono speciale questo album.
Qual è la tua canzone preferita di “Ocular.Unveil”?
Ant: Personalmente amo le canzoni veloci, quindi ti dico “The cold wealth” che oltre a un buon comparto ritmico vanta delle belle parti strumentali ed è fantastica da proporre dal vivo! Nonostante ciò sono innamorato di ogni brano, sia chiaro!
Come vi state trovando a lavorare con un’etichetta ormai consolidata come Visible Noise?
Ant: E’ un onore poter far parte del loro roster, soprattutto se si pensa che al momento sono una delle etichette indipendente più famose e attive di tutta la Gran Bretagna. Ciò che li differenzia dalle altre case discografiche penso sia il rapporto umano che hanno con le loro band, non ti trattano come un oggetto che potrebbe tramutarsi in un affare ma bensì come persone con le quali crescere assieme. C’è un continuo scambio di idee e pareri tra noi e loro ad esempio e questo penso sia difficile da trovare oggigiorno in ambienti discografici. Quando si sono fatti avanti per metterci sotto contratto non abbiamo esitato un secondo, siamo arrivati subito alla firma senza nessun problema e ne siamo felicissimi.
Come descriveresti la scena musicale di Brighton?
Ant: E’ una piazza strana, nel senso che non puoi parlare di una vera e propria scena musicale di Brighton. Qui da noi ci sono tanti giovani appassionati di musica che si danno da fare con le loro band, poi se sei fortunato e ricevi le giuste spinte cresci o altrimenti rimani nella tua piccola sala prove a divertirti con gli amici. Recentemente Brighton è tornata a farsi sentire grazie al successo degli Architects, che dopo anni di sacrifici sono ora conosciuti in tutto il Mondo. Arrivare ai loro livelli penso sia il sogno di un po’ tutte le realtà locali a cominciare da noi. Un altro nome interessante che inizia a circolare nella scena britannica è quello dei Ghost Of A Thousand, che vi consiglio di ascoltare se amate punk rock e hardcore. A parte questo di Brighton mi piace sottolineare i molti club dove potersi esibire, non parlo di arene o locali con capienze esagerate ma bensì di piccoli locali sempre pronti a darti una chance. Noi stessi dobbiamo molto a loro e gliene saremo sempre grati.
Il momento migliore del 2008?
Ant: Ce ne sono diversi onestamente. L’entrata di Max nella line-up ha donato nuove dimensioni alla band, l’aver registrato il disco assieme a produttori esperti è stato un altro grande momento, il metterci seduti attorno a un tavolo a discutere e buttare giù idee su cosa comporre… Ce ne sono stati molti insomma, ma personalmente cito l’aver suonato assieme a quella band che abbiamo citato in apertura tra le nostre influenze, gli A Wilhelm Scream. Quando adori un gruppo e poi ti si offre l’opportunità di suonarci assieme sono momenti che ti rimarranno dentro per sempre e credo sia uno dei motivi che induca un musicista a mettere in piedi una band.
Cosa ascolti in questo periodo?
Ant: E’ un periodo in cui sto ascoltando moltissimi album dal vivo, mi piace la carica che sanno trasmettere! Come produzioni in studio sto ascoltando moltissimo “Career suicide” degli A Wilhelm Scream e l’ultimo album degli Underoath che trovo magnifico!
Cosa sarà il 2009 per i Brides?
Ant: Un anno dedicato a suonare dal vivo. Questa è la nostra dimensione ed è lì che ci troverete, in Gran Bretagna e in Europa.