Da buon metallaro quale potrei dire di essere leggere le parole “Inhale Exhale” è sempre un bel colpo al cuore, infatti trattasi di un disco ormai leggenda del grind partorito nel 1998 dagli svedesi Nasum (RIP). Ma in questa occasione si parla di tutt’altro, ossia di come una giovanissima band torinese nata nemmeno da un anno veda il metalcore.
E come lo vede vi starete chiedendo?! In una veste molto, forse troppo moderna. Le sette canzoni partorite sono sicuramente di grande impatto per chi è abituato a masticare le recenti produzioni di labels come Victory e Rise, ossia con suoni iper prodotti e un uso smodato di basi elettroniche e dub. Il risultato finale è un prodotto decisamente d’assalto che però sembra funzionare meglio quando i musicisti non si spingono troppo oltre, andando quindi a imboccare strade sì moderne, ma non troppo contaminate. Fondamentalmente il loro sound è un mix di modern metal e hardcore, cosa alquanto logica verrebbe da dire, mentre sul lato canoro il melodico a mio avviso ha la meglio sulle parti urlate, forse un po’ troppo campionate. Sinceramente non so come si possa arrivare a proporre live un sound così articolato e ricco di elementi 2.0, ma almeno su disco sembra tenere botta,grazie soprattutto a un songwriting che – come già detto – ha alla sua base due parole molto semplici: hardcore e metal.