L’Italia nell’ambiente core/alternative non ha più nulla da invidiare a nessuno, ammettiamolo.
Abbiamo artisti di livello dotati di gran tecnica strumentale e artisticamente efficacissimi, nonché album che potrebbero far impallidire molti nomi noti. A ricordarci questa nuova vita della scena tricolore ci hanno pensato i Bleed Someone Dry con il loro “PostMortem | Veritas”, in poche parole dodici risposte a dodici quesiti posti da una innocente bambina su temi odierni come la società. Un concept decisamente interessante e ben interpretato dal combo toscano, capace di essere quantomai realista nei suoi testi senza però perdere di vista quella lucidità compositiva che porta moltissime band a strafare risultando poi goffe nei temi trattati. Musicalmente il quartetto si pone a metà strada tra un deathcore di ultima generazione (vedi Thy Art Is Murder e Whitechapel) e quel modo di intendere il death metal tipico dei Meshuggah, ossia ricco di talento e improvvisazione.
Non è quindi una sorpresa se all’interno dei loro brani troviamo partiture tipicamente mathcore o dosi abbondanti di melodia, fa tutto parte di un copione scritto in maniera egregia da questi musicisti. Unica nota da rivedere potrebbe essere la voce, forse un tantino troppo monocorde col suo growl selvaggio ma che tutto sommato riesce a non urtare troppo col passare dei minuti. In conclusione ottimo disco cari Bleed Someone Dry, gli anni spesi a provare e a calcare ogni sorta di palco iniziano a dare i frutti sperati, quindi avanti così!