Tra gli annunci che si susseguono in vista di un’estate piena e rovente, sono i canadesi Belvedere i primi a segnare il ritorno delle band straniere in Italia dopo due anni abbastanza turbolenti. Accompagnati dai Darko (UK) e dall’artista americano Walt Hamburger, mettendosi in gioco nonostante il rischio covid ancora non del tutto scongiurato, le bands ci han regalato una piccola dose anticipata di normalità con un tour che li ha visti attraversare l’Italia per ben 6 date da nord a sud a metà Marzo.
Per l’occasione, abbiamo deciso di unire le nostre esperienze in unico racconto per parlarvi di questo tour con i live show al Bloom di Mezzago, al CSOA Spartaco di Roma e al Drunk in Public di Trodica di Morrovalle.
SOFIA: “Mi piace sempre andare al Bloom perché è un posto carino da cui non esci sordo e dove si vede bene anche essendo sotto il metro e 60. Con Amy pensiamo fortissimo ma non ci ricordiamo quando abbiamo visto l’ultima band straniera in Italia, tuttavia credo che ricorderemo qual è la prima band straniera del 2022, la prima dopo circa due anni: i Belvedere. Personalmente non li avevo mai visti dal vivo e mi ha subito colpito il cantante che faceva dei mega sorrisoni (tenerissimoooo) e io non riuscivo a pensare ad altro che alla rappresentazione di SouthPark dei canadesi super felici. Si vedeva insomma che erano contenti di essere lì, hanno anche citato date del passato, luoghi, nomi di locali, ma tipo roba degli anni ‘00, complimenti per la memoria. Il pubblico era gasato ma a pogare erano tipo in 3: mitici. Mascherine un po’ si un po’ no (del resto come la bevo la birra? La filtro nella FFP2?!). C’era un’aria di fine dello sbatti e io, come più o meno sempre, ero contenta.”
AMANDA: “Il pezzo di Sofi rende perfettamente l’idea del tempo passato dall’ultima band straniera vista in un locale: ammetto che dietro alla felicità per quanto stava accadendo, quella sera nascondevo comunque un pelo di disagio, di quello che provi dopo tanto tempo che torni a fare una cosa e non sei sicuro di ricordarti come si fa. Disagio archiviato ovviamente dopo 10 minuti, con l’ottima prestazione dei Darko, che mi ha sorpresa in positivo. Arriviamo ai Belvedere, band a cui sono molto affezionata e che non vedevo da queste parti secondo me dai tempi del Lo-Fi (RIP). Come sempre una garanzia questi simpatici canadesi, emozionatissimi di tornare in tour lontano da casa e che piazzano una scaletta che non lascia deluso nessuno: non credo sia mancato all’appello nessuno dei pezzi principali che hanno caratterizzato la loro storia fino a qui. Breve storia triste: avevo anche la scaletta cartacea ma l’ho persa.”
MARTA ROSE: “Ma quale modo migliore, se non ricominciare a vedere gruppi esteri con un bel matinée (vista la sveglia del lunedì mattina)? Purtroppo non sono riuscita a vedere tutti i gruppi ma sono comunque molto contenta di aver potuto vedere i tre gruppi venuti da fuori. Ad aprire le danze alla data del 20 Marzo al CSOA Spartaco di Roma i The Ammonoids seguiti dai Thousand Oaks: entrambi gruppi più che apprezzati della scena capitolina. E’ stato poi il turno dei Darko, gruppo dalle sonorità punk hardcore melodiche, che con la loro tecnica a livello sonoro, la potente voce del cantante e i loro riff hanno rapito l’attenzione di tutti nella sala. In seguito, è stato il turno di Walt Hamburger, che ci ha deliziato con la sua energica performance acustica, la varietà di canzoni proposte dalle mille sfumature e le stupende cover tra cui Linoleum dei NOFX (la mia canzone preferita!). Successivamente, è stato il turno dei Belvedere, che non avevo mai avuto il piacere di vedere prima. Mi hanno letteralmente rapita, non solo a livello musicale, ma anche a livello umano. Hanno espresso la loro gratitudine per essere riusciti a fare un tour nonostante il periodo non ancora roseo per i musicisti, e per essere riusciti a suonare in posti che hanno resistito nonostante i tempi avversi. Hanno chiuso in bellezza con una cover dei Bad Religion. Infine, sul palco è stato il turno dei The Cheapheads, nuova band romana dalle sonorità punk rock più classiche. Che dire, un concerto spettacolare che ha risollevato l’umore ai tanti presenti, un po’ amareggiati visti i tempi difficili degli scorsi mesi! If the kids are united then we’ll never be divided!”
PENTA: “Il Myster Monday così come l’ha definito Steven (Voce dei Belvedere) si è rivelato una vera sorpresa. Sarà che a differenza delle grandi città dove certi eventi sono più frequenti e la gente più assuefatta, qui in provincia che sia un venerdì, una domenica o un lunedì un’occasione come questa è una buona scusa per far serata e far festa. Esattamente l’atmosfera che troviamo io, Canth e Cuzzo dopo esserci sparati oltre 150 km di strada, ed essere stati accolti dal mega abbraccio e dal sorriso dell’amico Jo Tanfo che festeggia i 10 anni di attività del suo Drunk in Public in quel di Trodica di Morrovalle (MC). Ad aprire la serata i Pentailed (band marchigiana, nata durante la pandemia) al loro secondo show ufficiale. Si presentano con un buon punk hardcore e seppur i suoni siano ancora da calibrare siam felici di vedere che la pandemia non ha fermato la voglia di creare. A seguire Walt Hamburger, molto probabilmente più di qualcuno ha già avuto occasione di vederlo esibirsi in compagnia di Joey Cape, Tony Sly e Yotam Ben Horin. L’artista americano, in acustico come suo solito, mette in campo diversi suoi pezzi, e tra mascherine che calano sotto il mento e bicchieri di birra che si alzano sempre di più, cerca di scaldare e coinvolgere maggiormente il pubblico con le cover di “Lineolum” e “International You Day”. Ma sono i Darko a far alzare la temperatura all’interno del locale, e far volar via i timori del covid con il loro punk hardcore molto tecnico e veloce di scuola inglese. Personalmente è la prima volta che li vedo dal vivo, ma a quanto pare più di qualcuno dei presenti li conosceva e li attendeva: si fanno cosi spazio i primi timidi accenni di pogo e di sing along. Ma l’energia di questi inglesi è così tanta che va oltre il palco e si trascina dietro un bel po di moshing anche tra chi li vedeva per la prima volta, lasciando il segno più profondo della serata, forse anche maggiore agli stessi Belvedere. La band canadese, attesissima da mesi, sale sul palco intorno alle 23:00 con quella apparente calma e tranquillità, che si fa subito da parte al primo affondo di chitarre. Che la band sia felice di tornare a suonare dal vivo gli è lo si legge in volto, snocciolano una dopo l’altra hit vecchie e nuove andando a pescare soprattutto in “Fast Forward Eats The Tape” e ovviamente nel recentissimo “Hindsight Is The Sixth Sense”. Felici di vedere un pubblico reattivo e partecipativo nonostante l’ora e la consapevolezza che all’indomani del Monday night in molti sono attesi da una giornata di lavoro, i Belvedere ripagano i presenti non sprecando un solo minuto del loro live, e andando forte su ogni singolo pezzo, su ogni singolo assolo o colpo di batteria. Insomma, i quattro non si son risparmiati affatto, e seppur della band originaria sia rimasto solo Steven ad accompagnarlo non ci sono degli scappati di casa, ma ragazzi che sanno bene il fatto loro e non si risparmiano affatto, garantendo quel marchio di fabbrica tipico delle band canadesi fatto di tecnica e velocità. Nella loro scaletta trova spazio infine anche un’ottima cover di “Do what you want” dei Bad Religion, prima della chiusura all’invocato bis con “Popular Inquiries Into Everyday Disasters”. Insomma, a quanto pare i concerti del lunedì possono essere i più punk di tutti, e c’è l’ha confermato anche Steven dando il cinque mentre scendeva dal palco, soddisfatto quanto noi della serata appena conclusa.”
Cos’altro aggiungere, se non che siam tornati finalmente a fare quello che più ci fa sentir vivi!
Foto dal live al Drunk in Public by Penta