Jay Malinowski non è un idolo delle folle come Manu Chao, non è un genio del songwriting come Joe Strummer, non è carismatico come Eugene Hutz e sicuramente non è una leggenda del reggae come Peter Tosh e Bob Marley
…ma sicuramente ha qualcosa da dire, e da tutte queste persone che ho elencato prende ispirazione per la musica dei suoi Bedouin Soundclash.
Se vogliamo per forza catalogarli li definirei un gruppo reggae, ma questo è un termine quantomai riduttivo per una band eclettica come questa; all’interno del loro sound accostati al reggae si possono trovare altri generi come rock, jungle, rocksteady, dub…spesso le canzoni sono affidate a Malinowski, che si accompagna con la chitarra acustica ricordando le ultime cose di Manu Chao, a volte il misto di generi ci ricorda dei Mano Negra meno punk…ecco, forse il punto debole del disco sta nella produzione: un po’ troppo moscia, più lanciata sul lato acustico della band, in realtà se si ascoltano pezzi come Living in jungles (un pezzo jungle, ma senza elettronica, suonato con gli strumenti, complimenti al batterista!) si nota che con una produzione più aggressiva questo cd avrebbe potuto aspirare ad essere uno dei migliori dell’anno, invece le composizioni restano di buon livello ma il cd non decolla, resta un cd “da sottofondo”, non ti fa battere il piede o la testa tenendo il ritmo.
Peccato perchè in realtà molti pezzi sono veramente buoni: When the night feels my song apre il cd in maniera stupenda, un ottimo reggae acustico solo voce e chitarra molto melodico, o Money Worries, puro Wailers-style; Gyasi went home sembra uscita dritta da London Calling, e Nothing to say mischia salsa, reggae e rock e ha un coro che ti entra in testa e non ti molla più.
La SideOneDummy si riconferma con questa uscita la mia etichetta preferita attualmente, però per il prossimo cd consiglio una produzione più aggressiva, più rock, che indurisca il sound e renda il tutto più coinvolgente.