Il dispiacere per non essere potuto andare al Punk Rock Holiday è tanto, lo ammetto.
Fortunatamente i ragazzi di LP Rock Events hanno organizzato una due giorni di festival in quel di Bellaria Igea Marina: più che degna consolazione per il sottoscritto.
Sto parlando del Bay Fest, festival giunto alla sua seconda edizione.
Entriamo nel dettaglio di questa bellissima due giorni.
Giorno 1
Arrivati nella cittadina in provincia di Rimini, comincia sin dalle prime ore del pomeriggio la volontà di catapultarsi nella zona concerti del Parco Pavese dove il carnet è molto ricco: su tutti Nofx e Strung Out.
Il programma della giornata comincia presto; alle 18.00 è già l’ora dei I.S., band di cui non avevo mai sentito parlare e che mi è piaciuta molto.
Questi sette romagnoli pazzi scatenati suonano uno ska-punk di stampo statunitense, sullo stile Suicide Machines (ma con la sezione fiati), si divertono sul palco e fanno divertire i presenti coi loro pezzi che alternano il classico “levare” al ritmo tirato alla Vodoo Glow Skulls. Promossi a pieni voti.
Dopo gli I.S. salgono sul palco gli abruzzesi Coffeshower.
Non è la prima volta che vedo un live del quartetto de L’Aquila, ma su un palco così grande non lo avevo mai visto. La band, attiva dai primissimi ani ’90, tiene bene il colpo e dimostra tutto ciò che mi ha suscitato nelle volte precedenti: la commistione tra punk-rock e hardcore melodico (per farvi un’idea provate a immaginarvi una fusione tra i No Use For A Name e i Rise Against), unita a una spiccata capacità tecnica, fa dei Coffeshower una band che consiglio vivamente a tutti.
Bellissime Broken Pieces, traccia estratta dal nuovo album “Homes” e la chiusura con Bonzo Goes To Bitburg (My Brain is Hanging Upside Down) dei Ramones, magistralmente riarrangiata.
Fatevi un favore, ascoltatevi e vedetevi live i Coffeshower.
Ecco uno dei momenti da me più attesi: salgono sul palco i Talco.
Aspettavo da tantissimo tempo (2010?) di rivedermi questa band che tanto ha significato per me tempo addietro.
Purtroppo dopo “Combat Circus” (datato 2006) ho perso un po l’abitudine ad ascoltarmi i pezzi dei Talco, ma questo concerto mi conferma tutto ciò di positivo che mi ricordavo dallo show alla festa di Radio Onda D’Urto.
Di pezzi datati ricordo le bellissime L’Odore Della Morte, La Carovana, A La Patchanka e Tortuga, mentre di pezzi più recenti cito Silent Town, Dalla Pallida Miro e l’immancabile St.Pauli.
Questi ragazzi di Venezia ne hanno fatta di strada dai primi anni 2000, qui al Bay Fest lo hanno dimostrato e il nutrito pubblico presente ha sicuramente apprezzato.
Dopo i Talco comincia il terzetto made in U.S.A. : A Wilhelm Scream, Strung Out e Nofx.
Salgono sul palco gli A Wilhelm Scream.
Non sono mai stato un fan del quintetto di New Bedford, e probabilmente mai lo sarò.
La cosa certa è che, ogni volta che capita di vedermeli, rimango sempre colpito dalla potenza e dalla velocità che Nuno & Co. scatenano durante i loro concerti.
Di pezzi ricordo la iniziale The King is Dead, I Wipe My Ass With Showbiz e Famous Friends And Fashion Drunks.
Il mio background musicale fa si che dopo 20 minuti gli A Wilhelm Scream cominciano ad annoiarmi, preferisco un altro tipo di hardcore melodico, ma le capacità tecniche e melodiche degli AWS sono oggettivamente da sottolineare.
Ora è il turno degli Strung Out.
Sono un fan sfegatato del terzetto “Another Day in Paradise”-“Suburban Teenage Wasteland Blues”-“Twisted By Design”, infatti durante pezzi come l’iniziale Exhumation of Virginia Madison, Match Book, In Harm’s Way, Solitaire e Bring Out Your Dead l’entusiasmo (non solo mio) è alle stelle.
Per quanto riguarda gli anni che vanno dal 2007 al 2015, vale lo stesso discorso degli AWS: pezzi ipertecnici e suonati alla perfezione, ma lontani dalla concezione di HC melodico che più amo.
Il tutto si conclude con Soulmate dei NUFAN come tributo al compianto Tony Sly, che vede un Jason Cruz in mezzo al pubblico assiepato davanti alle transenne. A proposito di Jason Cruz: rivedibile la sua prestazione canora…
Sarà solo un caso? Molti amici mi hanno confermato che anche al PRH la voce del frontman degli Strung Out non era delle migliori.
Pace, agli Strung Out riesco a perdonare quasi tutto.
Ecco finalmente il momento dei Nofx.
C’è chi dirà “basta coi Nofx…” oppure “quanto parlano?” e ancora “i Bad Religion sono meglio…”.
Ok, tutte cose sacrosante, ma i Nofx sono questi, che vi piaccia o no.
Anzi devo dire che dopo 6 volte, ce l’ho fatta a godermi un concerto di Fat Mike & Co. in cui posso recriminarli poco o nulla.
Scaletta di tutto rispetto: si va dai classiconi Linoleum, Stickin’ In My Eye (stranamente eseguite per secondo e terzo pezzo, se non ricordo male), Bob. Leave ii Alone, Murder The Government, Lori Meyers ecc ecc, a pezzi più recenti come 72 Hookers, We March to The Beat on Indifferent Drum e 60 %, passando infine per pezzi nuovi come Six Years on Dope e I’m Sorry, Tony Sly. Il tutto si conclude con la classica Theme From a Nofx Song.
Saranno cazzoni, sbaglieranno, parleranno pure troppo, ma quando i Nofx suonano, lo fanno da maestri.
Giorno 2
Il primo giorno di Bay Fest ci ha regalato tanti bei momenti, a partire dai gruppi, ma anche tutte le chiacchiere fatte con i tantissimi amici provenienti da tutta Italia.
Il secondo giorno è quello da me più atteso, in quanto culminerà con la primissima apparizione italiana degli Screeching Weasel (o se volete Ben Weasel e altri 4 musicisti).
Ma andiamo per ordine.
Tutto inizia con gli Honey, quartetto punk-rock di locals.
La band di Rimini suona un punk-rock/pop punk di stampo californiano anni ’90: pezzi tirati o meno che mi ricordano da subito gli MxPx di un tempo. Suonano, tra le altre, le tracce di “Blast”, il nuovo ep uscito recentemente per l’accoppiata Ammonia Records/Striped Music
Concerto più che onesto, anche se mi riprometto di approfondire meglio gli Honey.
Giunge ora il momento dei Lags, quartetto laziale/toscano che ho già avuto occasione di vedere in quel del Surfer Joe di Livorno.
I Lags suonano post-hardcore, un genere che non ho mai amato/ascoltato.
Non metto in dubbio la bravura dei musicisti e l’originalità dei pezzi, ma la musica proposta non fa proprio per me.
La kermesse continua coi veneziani Slander.
Ne parlano tutti un sacco bene, quindi, alla vigilia, ero curioso di vedermeli e posso effettivamente dire che spaccano.
Non so se riuscirei ad ascoltare un disco intero (sono più per altri tipi di HC), ma dal vivo rendono tantissimo e il pogo che si scatena sotto al palco ne è una testimonianza.
Gli Slander alternano pezzi tiratissimi, a pezzi più cadenzati come nei migliori esempi del NYHC.
Bombe a mano.
Ecco ora il momento che aspettavo da tanto tempo (almeno 4 anni): salgono sul palco i Derozer.
Chi mi conosce sa quanto sono affezionato alla storica punk rock band vicentina, e ogni volta che mi capita di vederla è sempre un’emozione continua.
Non voglio entrare nel merito dell’avvicendamento del Mendez con Zamu, posso solo dire che il bassista dei Duracel se la cava talmente bene che sembra un membro dei Rozzi da moltissimi anni.
Suonano tutti i miei pezzi preferiti: da Cuore Brucia a Lungo la Strada, da Chiusi Dentro a Tu lo Sai, da Tg a Suzy, passando per le varie Zombie, Bar, Vento e le immancabili Alla Nostra Età e Branca Day.
Precisi e potenti: i Derozer non sbagliano niente e mi regalano un concerto bellissimo, uno dei più belli che abbia mai visto.
Non vedo già l’ora di rivedermeli.
Siamo arrivati ai Satanic Surfers.
Non sono mai stato un grande fan di Rodrigo e compagni, ma dal vivo sono fenomenali.
Pezzi velocissimi e suonati alla perfezione: ricordo soprattutto Why, Hero of Our Time, Better Off Today e …And The Cheese Fell Down.
Come detto, impressionante la velocità e la potenza con le quali i 5 svedesi eseguono ogni singolo pezzo.
Grandissimo concerto.
Arriva finalmente il momento che più aspettavo. Tocca agli Screeching Weasel, band di cui moltissimi sottovalutano o snobbano l’importanza e il peso per il mondo del punk-rock.
Eseguono praticamente tutto “My Brain Hurts”: Slogans, I Wanna Be With You Tonight, Don’t Turn Out The Lights, Guest List, What We Hate, Veronica Hates Me, The Science of Myth, Cindy’s On Methadone (con special guest Andrea Manges alla chitarra), Making You Cry e My Brain Hurts (epica l’irruzione sul palco di Spasio dei Derozer placcato poi in versione football americano).
Non mancano altre grandi hits come Dingbat, Supermarket Fantasy, Hey Suburbia, I Wrote Holden Caufield, la potentissima My Right e la conclusiva Cool Kids.
Concerto indimenticabile, anche se due o tre cose possono, a mio parere, essere “imputate” al buon Ben Weasel:
1) la scelta dei musicisti: penso che in America ci sia la fila per suonare con una band come gli Screeching Weasel…
Così come nel caso del Groezrock, anche nella primissima apparizione in Italia Ben Weasel non si è accompagnato a musicisti eccellenti (soprattutto uno dei chitarristi)
2) La critica alla Monster poteva essere risparmiata, visto che è stato un copia/incolla del concerto di Meerhout.
Nonostante questi due punti, non poteva esserci modo migliore per concludere una due giorni intensa e bellissima.
Complimenti ai ragazzi che si sono sbattuti per organizzare il Bay Fest, con l’augurio di ottenere lo stesso successo anche il prossimo anno.
Tra pochi giorni on-line la photo gallery completa a cura di Silvia Spinelli.
la provincia è Rimini
Silvy Silvicious
????????????
C’ero!!!
Anche qui, nessuna menzione al progetto benefico PGA – Italian Punks Go Acoustic… Che peccato