La nostra piu’ amata ARMATA ROSSA è tornata.
Chitarre a tracolla pronte a sparare la rabbia che cova dentro in ogni angolo della terra, nella discografia originale ci avevano lasciato con L’altra faccia dell’Impero, ed ora ritornano con “Amore e Odio” come un pugno nello stomaco pieno di tematiche scottanti a cui i “politici mercanti” non fanno caso, lasciando che sia la strada il campo di battaglia dove scontrarsi con una realta’ dura che in tempi attuali ci ripropone il ritorno di una destra che non vogliamo e lo scettro in mano a pochi indisciplinati al servizio dei capitalisti.
Non è certo un rifugiarsi in qualche canzone per sfogare la propria rabbia ma certo puo’ essere un buon inizio per venire a conoscenza di storie che in tv non ci racconteranno MAI.
Tra il Combat Rock, l’Oi!, Lo Ska, Rocksteady e altre alchimie stradaiole ed efficaci ecco che scorrono le 13 tracce che per chi conosce la longeva storia della Banda trovera’ sempre piu’ incazzata.
Notevole la registrazione ed anche l’esecuzione e in questo album si sente la disciplina teorica e pratica dei Bassotti notevolmente migliorati.
Ottima sezione ritmica che con i fiati sono un punto di forza nell’attuale assetto della Band.
Arrangiamenti molto curati e con la supervisione di kaki Arkarazo il risultato non poteva che essere eccellente…del resto anche l’orecchio, come il cuore e il cervello, vuole la sua parte.
Comunque niente iniezioni di glucosio ma rabbia al 100% gia’ dalla bella Yuri Gagarin che racconta dell’ascesa del popolo per mezzo dell’astronauta russo in un mondo che vede le Lobby dei potenti fare cerchio intorno ai loro capitali e alle loro marce storie…la rivincita arriva su Radio Vostok che comunica al mondo l’epico evento dell’astronauta figlio di carpentiere, forse un monito ed un incitazione a continuare a lottare anche se ci si sente piccoli ed inermi in questo mondo di ladri e potenti.
“Amore e Odio” è il brano che da il titolo all’intero CD è a dir poco sconvolgente anche perché ha un significato profondo e se non ci si sofferma particolarmente all’ascolto si rischia di perdere l’essenza che è proprio nel testo. Ci racconta una storia vissuta profondamente…è storia vera.
“Ognuno col suo proprio dio con il suo odio e la sua guerra” forse qui l’essenza di un eterno dilemma umano che riguarda tutte le etnie del mondo. La banda non poteva raccontarla meglio di cosi’…una storia che ogni giorno si ripete.
Partiro’ per Bologna sara’ certamente l’inno che tutti canteremo insieme alla banda anche perché parla di noi e del rapporto con una societa’ sempre piu’ falsa ed ipocrita che guarda il moscerino nell’occhio altrui e poi ha le travi su per il C…ancora una storia ed un viaggio che da Roma porta a Bologna.
“Scelgo” dedicata a chi va controvento nonostante tutto.
Per chi ha vissuto quei momenti sara’ un piacere ascoltare “le Pantere” il vento tornera’ a fischiare con la “banda del Cavo’” che ci riscatta dalle malefatte di questo stato canaglia ed ancora “Quanta terra nelle mani” sinceramente vera sul credo della societa’ odierna che ti vuole pulito, ordinato, ipocrita e fascista.
Ancora Ska per divertirsi e pensare contemporaneamente “Festa si Lotta pure…e l’energia che hai dentro non sara’ dispersa al vento”.“Ci Sei?” Un altro brano che racconta una amara storia realmente accaduta, storie ai margini delle periferie, di TUTTE le periferie del mondo, lavoro nero, morti sul lavoro, societa’ perbenista che tace e tace anche chi invece non dovrebbe…Ma la Banda NO e con dignita’ ricorda i compagni scomparsi…”in punta di piedi”.“La mano del morto” ci canta delle guerre e delle finte paci.
Dal nord al sud del mondo ci sono guerre che si continuano a combattere e che noi non conosciamo perché tutto il mondo è in guerra, quella fatta dai potenti che intanto giocano la loro s_porca partita alle nostre spalle e di poco lontano viaggia “damigella della notte” tema che vede come protagoniste giovani donne deportate dai loro paesi indeboliti dalle guerre e dai disastri economici, donne sbattute in mezzo alla strada come merce viva, protette da uomini senza scrupoli.“Il Paese dei Balocchi” che ci riporta ai giorni del G8 ma non solo, tanto sono storie di tutti i giorni e di ogni dove, il potere che prende sempre il sopravvento grazie ad una opinione pubblica che non vuole ascoltare le voci della verita’, una opinione pubblica che segue la strada del potente sperando in un compenso ma a Genova qualcosa di grande è sucesso, molti hanno aperto gli occhi ed è da qui che parte la riscossa, piccola forse, ma se alimentata in modo coretto nulla si fermera’ a Genova perché le prove di colpo di stato e prepotenza sono fallite nel paese dei balocchi.
Per finire i sapori della Parigi dei sobborghi ci riportano questa bella “Le Classe Ovrier” che con il suo ritmo scandisce il senso del testo dove la storia si ripete ma NOI non possiamo dimenticare perché “NOUS SOMMES LA CLASSE OUVRIERE”
I Bassotti son tornati e tra le tante date in cui potrete vederli live vi ricordo questa, MOLTO importante per la ricorrenza e per il luogo:
25 aprile 2004 alMuseo Cervi (Casa dei 7 Fratelli Cervi) – Gattatico (RE) con lo Street Beat festival a partire dal pomeriggio…tutto completamente gratuito
La giusta occasione per Far festa, Lottare e non dimenticare.