BANDA BASSOTTI

A distanza di tempo, ripensando all’intervista con Sigaro, Pikkio e David, zoccolo duro della Banda Bassotti, mi sono resa conto che la sensibiltà politica, oltre ad essere un vero e proprio talento, è anche una questione d’educazione. Educazione all’ascolto. Educazione ad accogliere sollecitazioni esterne. È una questione di sensibiltà e d’interesse. Insomma, non è un caso che la Banda sia uno dei riferimenti combat rock più alti in termini di denucia dello stato sociale che ci circonda e di spessore politico-culturale, che il panorama indipendente italiano, e non solo, abbia avuto negli ultimi vent’anni.

Devo dire che, tra tutti i musicisti o managers con i quali ho avuto il privilegio (o a volte la sfiga) di parlare, i tre sono indubbiamente tra i più bizzarri: parlare di musica è praticamente impossibile…..il confine tra musica, vita, militanza politica e sistema sociale non esistono.

Non c’è confusione tra i piani narrativi….semplicemente sono la stessa cosa.

 

Li ho incontrati a Berlino, lo scorso inverno, in occasione dell’apertura del loro primo tour tedesco, e prima di iniziare a parlare con loro, spiego che non so per quale testata ancora l’articolo verrà pubblicato, ma che avevo pensato a il Manifesto, in quanto…“Lascia perdere”, m’interrompe David” tanto non te lo pubblicano! Non hanno mai dato, in vent´anni di duro lavoro, spazio alla Banda. Sono anni che suoniamo difronte a 6.000 persone e passa, e loro niente! Abbiamo anche parlato con loro, con i redattori, sono anche amici, se si può dì così…e sulla Banda neanche una virgola”.

 

“Una volta sola hanno scritto qualcosa”, continua perplesso Pikkio “ma non capivo bene dove volessero andare a parare. Personalmente a me è sembrata più una presa per il culo!”…..“sostenevano che avevamo fatto una cover dei Clash, o qualcosa del genere”, racconta Sigaro, “Mai fatto!!!”; “non abbiamo mai capito cosa volessero raccontare, spiegare in quella recensione: se parlavano di noi o se, forse, ci avevano confuso con qualcun altro!” conclude Pikkio.

 

“La stampa di sinistra dovrebbe essere quella che dà spazio e sostiene la Banda, mentre spesso riceviamo molte più attenzioni da altri media”, spiega piuttosto rammaricato David, “inoltre il Manifesto ha uno staff di giornalisti musicali che preferisce scrivere sull’ultima band di inglesini strafighi, piuttosto che su quelli che cercano di rappresentare le divese realtà sociali che ci circondano, a partire da quella più vicina a noi, quella Romana, passando per il Nicaragua e il Sud America per poi tornare in Europa, ai Paesi Baschi e così via…

 

“Se la musica piace o no, questa rimane una questione di gusto…ma che a Roma vengano più di 5.000 a persone a vederci suonare e a cantà con noi, questo rimane un fatto indiscutibile”.

Beh, la ragione del disinteresse della stampa può risiedere eventualmente nella scelta della Banda: prima collettivo politico militante e poi gruppo musicale che rimane indipendente, si autoproduce e rinuncia, di conseguenza (e per fortuna) agli sfavillanti palcoscenici e a cashet notevoli, così come il sistema mediatico controllato dalle majors…“sicuramente – commenta David – peccato che il Manifesto si definisca un giornale di sinistra e che, quindi, dovrebbe opporsi a questa logica!!! “Ma noi lo siamo sicuramente” continua Sigaro un po’ più pacato di David, “la logica del mercato non ci appartiene per niente. Abbiamo scelto altre strade e-deciso di rimanerne FUORI!!!”

 

Ciò nonostante il grande successo!!! “Sì, sì un pochino!” risponde sorridendo Sigaro “siamo contenti e fieri del riscontro che abbiamo con il pubblico e la gente che ci segue da un lato e, dall’altro, di continuare ancora a far parte, nonostante ciò, da un preciso punto di vista, ancora del popolo degli invisibili. Vuol dire che la nostra scelta è stata giusta!!!”

 

 

“Anche se a me fa rodere un po’ il culo, scusa la licenza poetica, essere invisibile proprio per la stampa di sinistra” David “trovo inaccettabile che noi suoniamo di fronte a una massa veramente enorme di persone e che il Manifesto preferisca recensire un gruppo sconosciuto, che suona di fronte a 30 persone per la modica cifra di 20 € a biglietto”.

Per chi non vi conosce, la tua potrebbe sembrare un’accusa che nasce da piccole gelosie di chi riceve più spazio dai media, ma che nasce invece “dalla delusione di essere ignorati da una stampa che ha le nostre stesse radici e che afferma di dare voce a chi non ne ha!!!”- “ma evidentemente noi ne abbiamo anche troppa di voce” dice sorridendo, un po’ amareggiato, Sigaro “fose per questo non c’è bisogno di darci spazio e sostenere la nostra lotta, che dovrebbe essere anche la loro?”

 

Da una parte non viene dato lo spazio che vi meritate sulla stampa di sinistra, dall’altra siete stati accusati di antisemitismo per un vostro vecchio brano dai gestori della hall dove avreste dovuto suonare a Leipzig, col risultato di una data cancellata…. “Guarda mi si può dare di tutto, dall’ignorante burino fino al terrorista….ma antisemita no, nessuno mi ha mai definito così, non lo sono MAI stato e ME FA` INCAZZA`!!!” David.

 

“Ti sembra logica, normale una cosa del genere???” mi chiede retoricamente Pikkio, che fino ad ora era intervenuto pochissimo nella discussione”. Ci siamo uniti in collettivo nel 1981 per organizzare iniziative di solidarietà con la lotta del popolo nicaraguese, salvadoregno, con il popolo della Palestina e dei Paesi Baschi. Abbiamo costituto brigate di lavoro, noi da semplici operai, e dato vita ad un gruppo musicale, senza essere veri musicisti, per portare avanti un messaggio di lotta continua, operaia, sociale al di là dei confini e delle distinzioni sociali o razziali. E poi dobbiamo sentire una cosa del genere!!!”

 

Il pezzo in questione, Nazi Sion Polizei, è un pezzo vecchio(1992 Figli della stessa Rabbia). “Forte lo è sicuramente, ma al momento era quello che sentivamo. Solidali con il popolo, ma decisamente contro quel governo” conclude Pikkio.

 

Nonostante questo spiacevole incidente, rimane il vostro successo in Germania, e soprattutto qui a Berlino, una cosa impressionante!!! “Con Berlino c´è un legame particolare. Il successo, l´effetto della Banda dipende molto da come s´instaura il contatto, la comunicazione con il pubblico…sono loro che ci rendono speciali, quelli che ballano e che cantano con noi, a loro volta speciali” spiega Pikkio “ e il pubblico della capitale tedesca è fuori dal comune…” Berlino è anche una città particolare, assolutamente atipica per una città tedesca. Si dice che Berlino non è Germania, così come la Germania non è Berlino “ Questo non lo sappiamo, ti sapremo dire sicuramente tra due settimane…” alla fine del tour…”comunque, per noi rimane sempre una grande emozione suonare qui!”spiega Sigaro “Dal Punk Italia fino a  Fete de la Mousique, l´estate scorsa, è stata per noi un´avventura sempre nuova!”…also, bis bald!!!

 

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