Bad Religion + Anti-Flag + The Manges, 19/06, Estragon (Bologna)

Per quanto mi riguarda questo è il concerto dell’anno. Vedere sullo stesso palco i leggendari Bad Religion, i ventennali Anti-Flag e i “nostri” veterani Manges non è certo cosa da tutti i giorni, quindi la presenza è quasi obbligatoria. Il grande caldo sarà  assoluto protagonista della giornata e del nostro viaggio verso Bologna, ma alla fine della serata guardandoci negli occhi ci siamo detti: “Boia se ne è valsa la pena !”.

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In appena 2 ore raggiungiamo il capoluogo emiliano, fortunatamente giusto in tempo per l’inizio del concerto dei Manges. Era la prima volta che vedevo un concerto dei 4 punk-rockers su un palco così grande e pur mancando il classico contatto con la band, tipico dei concerti in Skaletta ad esempio, devo dire che il risultato finale non cambia di una virgola. Grande esibizione quella dei Manges che in una mezz’oretta sparano una quindicina di pezzi senza fermarsi un attimo: nella loro scaletta alcuni dei pezzi che personalmente amo di più come Vegeance is Mine, Barrage of Hate, My Direction, Bad Juju, Hit The Punchball, My Rifle, I Don’t Wanna Live in Hell, Wonder Wheel Motion Picture Rest Home. Immancabili Gimme Gimme Shock Treatment Havana Affair dei Ramones e la conclusiva Say Goodbye To Your Generation dei Methadones. Insomma esibizione da 10 e lode che serve a confermare, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i Manges sono una delle più grandi punk-rock band dello Stivale e che meritano alla grande questo tipo di platee.

Puntualissimi alle 21 e 20 salgono sul palco gli Anti-Flag. Questo è un anno importante per la band di Pittsburgh: si festeggiano i 20 anni di attività del gruppo e Justin & Company sfoderano una prestazione da togliere il fiato. Il fatto che questo sia il tour dei 20 anni mi aveva già in partenza fatto pensare alla presenza di pezzi datati, ma con l’uscita dell’ultimo album “The General Strike” pensavo anche ad una massiccia presenza di pezzi nuovi, che per inciso mi piacciono parecchio. Ed invece la band della Pennsylvania nei 40 minuti avuti a disposizione (a dir la verità secondo me avrebbero potuto avere un po più di spazio) piazzano una dopo l’altra canzoni tratte dai dischi storici, ad eccezione della bellissima Broken Bones: l’iniziale The Press Corpse, Hymn For The Dead This Is The End (For You My Friend) di “For Blood and Empire”, New Kind of Army dall’omonimo disco, You’ve Got To Die For The Government Fuck Police Brutality pescate dal primissimo “Die For The Government” (presenze fisse ormai da anni nelle scalette degli Anti-Flag). E ancora Underground Network, 911 For Peace e le immancabili Turncoat e Death Of  A Nation caratterizzata da un enorme circle pit chiamato a gran voce dallo scatenatissimo Chris #2. La chiusura è di quelle classiche con il batterista Pat Thetic che si trasferisce in mezzo al pubblico con la sua batteria per Power To The Peaceful. Solita grande prova per gli Anti-Flag: i 4 ragazzi ci mettono anima e corpo per suonare e intrattenere il pubblico regalando ai presenti uno show da incorniciare ed elogiando anche i Manges con frasi che potrebbero sembrare di circostanza, ma che sono sicuro non lo siano state.

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Ecco dunque il momento dei Bad Religion. Già da giorni sapevamo dell’assenza di Greg Hetson che viene rimpiazzato dal chitarrista dei Cult Mike Dimkitch, il quale passerà alla storia non tanto per la rivedibile sciarpa bianca (sappiamo benissimo che l’abito non fa il monaco) ma per aver suonato per quasi 2 ore indossando un giubbotto di pelle: vero e proprio eroe incompreso. Per quanto mi riguarda è sempre difficile trovare le parole per descrivere un concerto dei Bad Religion. Molto spesso sento pronunciare frasi del tipo “Basta con questi Bad Religion”, “sono 10 anni che fanno sempre lo stesso disco”, “ormai farebbero bene a smettere” ecc ecc… Bene, a chiunque dice cose del genere posso solo dire che si sbaglia. I Bad Religion sono i Bad Religion. Sfido chiunque a trovare in giro una band che dopo più di 30 anni di attività e 16 album da studio riesce sempre a regalare uno spettacolo come quello di Bologna. Una mescolanza perfetta di tecnica, abilità e attitudine che ogni gruppo di questa galassia non può fare altro che invidiare a Greg Graffin e soci. La scaletta non è molto diversa da quella suonata il giorno prima all’Alcatraz di Milano, anzi è praticamente la stessa ad eccezione di Raise Your Voice al posto di Punk Rock Song. Dell’ultimo bellissimo album sentiamo Past is Dead, la title track True North, Dharma and The Bomb, Fuck You, Nothing To Dismay, Robin Hood in Reverse, la velocissima Vanity e la conclusiva Dept. of False Hope. Poi gran parte dei pezzi che hanno fatto la storia dei Bad Religion e del punk-rock universale: No Control, Suffer, Infected (con il ritornello cantato a gran voce da tutti i presenti: brividi!), I Wanna Conquer The World, la bellissima Beyond Electric Dreams di “The Empire Strikes First”, You, Recipe For Hate, Come Join Us, Do What You Want, We’re Only Gonna Die, 21st Century (Digital Boy), Fuck Armageddon… This Is Hell, oltre che alle classiche American Jesus e Sorrow tra le altre. 31 pezzi totali, 1 ora e mezzo o poco più di concerto: questo basterebbe a chiunque per capire la grandezza e la maestosità di una band che non finisce mai di stupire. Ulteriore nota di merito per il bassista Jay Bentley che ha indossato la maglia dei Manges durante tutta l’esibizione: per molti questa potrebbe sembrare una piccolezza, ma per me vi assicuro che non è affatto così e secondo il mio modesto punto di vista rappresenta al meglio quanto di buono significhino i Bad Religion per la scena punk-rock mondiale.

Insomma come avrete intuito sono ancora esterrefatto da questa indimenticabile serata. Tre grandissime band si sono esibite al meglio, il clima, afa esclusa, è stato dei migliori. Finalmente nel nostro paese di un concerto di quelli che non ti dimentichi facilmente. Sono sicuro che sarà difficile organizzare di meglio.

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