I Back One Out sono una band hardcore melodico di Livorno, attivi dal 2004. Suonano un hardcore melodico in stile Strung Out e Lagwagon (il nome della band ricollega ad una celebre canzone di Joey Cape e soci), e “It Could Be Worth” è il terzo lavoro della band labronica, dopo “Helpless” del 2006 e “Swallowed By Future” del 2011.
Dico subito che non sono un grandissimo fan di questo tipo genere musicale, a tratti “metalleggiante”, ma nel complesso il disco in questione non mi è dispiaciuto. Si parte con Fall and Rise, pezzo che potrebbe benissimo comparire in un album degli Strung Out, per poi proseguire con Precious e Nip, uniche due canzoni che non riescono ancora ad impressionarmi. The Price we’ve Got To Play è il pezzo più incazzato dell’album, sia dal punto di vista musicale, sia dal punto di vista della lirica: un hardcore melodico al confine con il metal (ora i puristi del metallo mi offenderanno tantissimo) proposto dagli Avenged Sevenfold, band lontana anni luce dal mio mondo musicale, ma che comunque risento in alcuni pezzi dei Back One Out. Dopo una pausa caratterizzata da No Romance, si torna al punk/hardcore/metal con Three Leaf Clover e Rider For a Bloody Night, prima di arrivare alla conclusione del disco con la title track It Could Be Worth It.
Sottolineando il fatto che non è proprio il genere di punk che ascolto, buon lavoro da parte dei Back One Out che a novembre saranno impegnati in un tour spagnolo di 10 date. Ascolto vivamente consigliato a tutti gli amanti di Strung Out, Implants, e A Wilhelm Scream.
Trackilst:
Fall and Rise
Precious
Nip
Dance Through The Night
The Price we’ve Got to Pay
No Romance
Three Leaf Clover
Once Again
Rider For a Bloody Night
It Could be Worth it
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