“Shut the world out” è un disco che porta immediatamente la memoria ai mitici anni ’90. Loro si chiamano Atlas Losing Grip e durante il loro tour italiano siamo andati a conoscerli un po’ meglio.
Prima di iniziare ragazzi vi voglio fare veramente i complimenti per “Shut the world out”, mi ha portato indietro con la mente di almeno 10 anni! Visto che è la prima volta che ci incontriamo puoi presentare la band?!
Stefan: Grazie dei complimenti! Siamo 5 “ragazzoni” (testuali parole) svedesi che si conoscono da quando sono piccoli e che un giorno ha deciso di dare vita ad una punk band. Storia banale ma questa è la verità (ride). Il nome della band proviene dalla mitologia greca che significa “il mondo è fottuto”. Atlas era un titano che portava il mondo sulle sue spalle.
Nella vostra nazione anche se ci sono solamente 8 milioni di persone avete una scena musicale molto viva e forse una delle migliori in Europa. Negli anni ’70 le migliori garage band, negli ’80 invece è stato il momento delle band black metal ed infine arriviamo agli anni ’90 in cui esplodono le migliori punk band europee. Come ti spieghi questo movimento musicale cosi forte?!
Gustav: Io sono un po’ piccolo per parlarti degli anni ’70 visto che mi ricordo appena degli anni ’90. Non penso ci sia una particolare ragione. Gli svedesi sono un popolo ispirato devi sapere (ride). Per quanto riguarda il black metal pernso che l’unica spiegazione sia da ricondurre alla foresta dei nostri cugini norvegesi.
Come è stato lavorare in studio con un eroe musicale svedese come Mattias Persson?!
Gustav: Mattias è un ragazzo simpaticissimo. Lui lavora al Hemgarden, un centro sociale (ndr – nei paesi anglosassoni e scandinavi il centro sociale è semplicemente il centro di aggregazione giovanile senza accezioni politica) che frequento da quando ho circa 11 anni. E’ proprio qui che ci siamo conosciuti tutti quanti e dove gli Atlas Losing Grip si sono formati. Dall’Hemgarden sono uscite band come Satanic Surfers o Intensity per intenderci. Mattias penso abbia fatto un ottimo lavoro con noi, è un ragazzo molto quadrato. Anche io sono appassionato di registrazione e sound engineering però non ho voluto in questo caso cimentarmi trattandosi della mia band per potermi concentrare completamente sul suonare.
Quali sono state le band che vi hanno influenzato in passato?! Sembrate proprio i fratellini dei Satanic Surfers in quanto a sound, Rodrigo è inoltre guest in due canzoni.
Gustav: Io non sono il membro adatto a risponderti poiché le canzoni le scrive principalmente Stefan. Ti posso dire che ultimamente mi ascolto molto i Loved Ones, Harda Tider, Samiam e Blackhawk e Shelter.
Stefan: Devo confessarti che io sono sempre stato un grande appassionato di musica a 360°. I Satanic Surfers sono sempre state una delle mie band preferite. Se dovessi citarti un’altra band importantissima per me ti dovrei dire Propagandhi, anche se forse nella nostra musica si sente meno la loro influenza. Rodrigo è un grande amico per cui mi è sembrato naturale chiedergli di partecipare al disco. Non dimentichiamoci poi che è un ottimo cantante.
Te (Stefan) suoni anche per gli Enemy Alliance e Andy e Julian per I Sista Sekunden. Gli Atlas Losing Grip sono una prima o seconda band per voi?!
Gustav: Tutti noi abbiamo altre band. Come dici tu Stefan suona negli Enemy Alliance, Julian nei Sista Sekunden, Max nei Solitary Depravation e io ho da poco iniziato in una nuova hardcore band recentemente. Ti confermo però che gli Atlas per tutti noi sono la band principale.
Avete inciso il vostro disco in Europa attraverso un network di etichette. Lo avete fatto perché volevate o perché non avevate altra soluzione?! Pensi che la musica indipendente debba procedere in questa direzione?!
Gustav: E’ stato molto difficile confesso. Ora per avere un disco fuori devi prima inciderlo, curare art work e tutto e poi cercare un’etichetta. Purtroppo i tempi sono cambiati e le etichette non si assumono più i rischi di un tempi. Se sia il futuro della musica non ti saprei dire, aspettiamo e vediamo quello che succede.
L’artwork riprende lo stile degli anni 50 in America. Come mai questa scelta?!
Gustav: Abbiamo discusso a lungo prima e poi ci è venuta questa idea. Gli anni 50 in American hanno segnato un periodo in cui i valori principi erano la sicurezza, il comfort e la famiglia. A queste cose però sottendeva una forte base di ignoranza e non curanza per il prossimo. La copertina ripropone infatti una tranquilla famiglia americana che dalla tranquillità del proprio salone assiste allo scoppio di una bomba atomica. In fondo sono a casa loro cosa gli può succedere no?!
Siete da poco stati in Italia per 3 date. Come ti è sembrata la scena punk italiana?! Conoscevi prima qualche band italiana oltre gli Argetti con cui sei compagnoi di etichetta e non puoi parlare male?!
Gustav: L’Italia è stata forse la parte più bella del tour. Provenivano dalla Germania dove ha piovuto sempre e arrivare al caldo italiano è stato fantastico per noi svedesi. Cosa si può desiderare di più che incontrare nuovi amici e mangiare la vera pasta al pomodoro per 4 giorni?! Non saprei dirti sulla scena punk italiana, ogni concerto durante questo tour ha fatto storia a se. Ti posso prò dire che mi piaccono molto i ”Stolen Bikes Ride Faster”!
Oltre a fare ottima musica neli vostri testi cercate di mandare anche messaggi politicamente e socialmente fort. In “Decreasing development” parlate delle guerre dimentiche in Africa. Per voi il Punk rock esisterebbe senza questa sua anima sociale o può essere solo musica?!
Gustav: Punk rock significa avere a cuore le sorti del mondo in cui viviamo. La nostra parte di musicisti è quella di cercare di raggiungere più gente possibile con la musica.
Stefan: Per me questo è Punk rock, se manca quella parte è solo moda. Non direi nemmeno musica.
Cosa pensi della scena emo che ha preso piede in Europa e negli Usa?! Come ti spieghi che in Svezia, uno dei paesi chiave per il punk rock mondiale non abbia preso piede?! Solitamente è sempre stata la Svezia che ha anticipato i trend nella scena indipendente.
Gustav: Non capisco perché la gente continui a collegare l’emo al punk. Sono due mondi ormai distinti e separati che non hanno nulla a che fare. L’Emo è moda, il punk è musica e attitudine. Forse negli anni ’80 aveva un senso collegarli, ora di sicuro proprio no. Anche nel punk ci sono le mode momentanee. Il punk rock melodico è stato forte negli anni ’90 mentre poi ha preso piede il crust e ora invece sta tornando. Questo però non significa che non sia stato fatto con attitudine e passione. Per quanto riguarda l’Emo invece l’unica cosa con cui hanno a che fare è MTV e il circuito del business. Il miglior modo per fare soldi è giocare sulle emozioni delle persone, loro fanno proprio questo. Stop.
Vorrei avere una vostra opinione sui vostri colleghi svedesi Millencolin. Io sono cresciuto ascoltando album come “Life on a plate” o “For monkeys”. Cosa pensate invece del loro album “Machine 15”?!
Gustav: No comment.
Stefan: Semplicemente schifoso, ti direi “No Fun At All” proprio.
Sono amico con I ragazzi dei Bombshell Rocks, splendidi ragazzi. Quando siamo stati in tour assieme mi hanno detto che per un ragazzo svedese di 20 anni vi sono solo due possibilità: o diventare un musicista oppure un alcolizzato. Io la ho trovata molto strana come cosa, in Svezia avete le ragazza più belle al mondo perché avete bisogno di bere invece che divertirvi con loro?!
Stefan: Beh noi per non sbagliare siamo diventati entrambe le cose (ride). Come puoi facilmente immaginare l’alcoolismo è dovuto alle condizioni climatiche. Da noi è sempre buio e fa un freddo che non ti immagini. Oltre a questo aggiungi che il 90% delle persone vive da sola in qualche foreste a 20 minuti di macchina dal proprio vicino ed ecco che il quadro è completo. E’ facile in queste condizioni trovare soddisfazione nell’alcool. Per quanto riguarda la storia delle ragazze io potrei dire lo stesso delle italiane, si sa che l’erba del vicino è sempre più verde (ride).
Prima di concludere un’ultima domanda. Quali sono i vostri piani per il futuro e soprattutto quando avremo la possibilità di vedermi nuovamente dalle nostre parti?!
Stefan: Attualmente stiamo scrivendo del nuovo materiale e abbiamo già pronte 7-8 canzoni che incideremo agli inizi di gennaio. Dopo partiremo per un breve tour europeo con i nostri amici Go Drowsy ma non passeremo per l’Italia purtroppo. Nella seconda metà del 2009 spero di passare nuovamente da voi in Italia. Comunque speriamo di tornarci molto presto!
Per concludere microfono a voi!
Stefan: Fino a quando la vostra mente sarà libera anche voi sarete liberi ragazzi. Combattete per la vostra libertà!