“Punk Born To Lose” è un libro di Antonio Bacciocchi, uno dei più grandi esperti in merito, nonché batterista in band, tra le altre, come Not Moving prima e Not Moving LTD poi, Lilith & The Sinnersaints ecc ecc.
Uscito a fine Ottobre per Diarkos, il libro, dopo la prefazione di Federico Guglelmi (Rockerilla), offre una panoramica approfondita ed enciclopedica su tutto ciò che è stato il punk dai suoi esordi, analizzando i vari periodi storici e focalizzandosi soprattutto sugli albori di un movimento non solo musicale, ma sociale, politico, antropologico e stilistico.
Ciò che mi è piaciuto di più della scrittura è il fatto che l’autore abbia affrontato in maniera molto scolastica e precisa non solo le varie band che si sono susseguite dalla fine degli anni ’70, ma anche tutto ciò che girava intorno alle band stesse: basti leggere i capitoli su Iggy, sui Ramones, sui Clash, su Richard Hell e così via; uno spaccato della società nella quale seminali punk band sono nate, cresciute ed evolute, senza tralasciare il minimo dettaglio.
“Punk Born To Lose” affronta tutti gli ambiti del punk, dal punk rock all’hardcore, passando per il punk italiano (bellissimo il capitolo “Dagli Skiantos al punk italiano”), alle donne nel punk (si parte dai Blondie e si arriva alle riot grrl Bikini Kill, L7 e compagnia bella) fino a toccare lo street punk/Oi!, i The Jam con il conseguente movimento Mods e i Crass con il loro anarcopunk.
Se leggerete “Punk Born To Lose” vi troverete davanti a capitoli in cui viene affrontato l’argine rap nel punk (Beastie Boys), l’ambito afropunk (Bad Brains) e poi ancora il pop nel punk e veri e propri profili di personaggi che hanno fatto del genere una novità prima e un culto poi (Henry Rollins su tutti).
Tutti i sottogeneri e le sfaccettature del punk rock vengono analizzate enciclopedicamente con una precisione quasi maniacale che trasuda sia passione sia esperienza: proprio l’esperienza diretta dell’autore sta alla base di questo manuale del punk, tant’è che ogni capitolo termina con una documentazione di Antonio Bacciocchi che tira fuori dalla sua memoria personale eventi, aneddoti e racconti che trasportano direttamente a quegli anni.
Non vi faccio l’elenco di tutte band trattate dall’autore perché mi dilungherei troppo, per rendere l’idea vi cito solo alcuni dei gruppi selezionati per la discografia consigliata: Agnostic Front, Germs, Sham 69, Husker Du, Green Day, Black Flag, Nofx, Bad Religion, Dead Kennedys, The Clash, Ramones, X-Ray Spex, The Stranglers e Discharge.
In Punk Born To Lose non si parla solo di musica in quanto tale, ma si affrontano tematiche legate allo stile e alla moda (argomento inevitabile quando si trattano Sex Pistols, Malcolm McLaren e Vivienne Westwood), al disagio sociale e politico, sia esso inglese coi Clash o italiano coi Negazione o i Wretched e, nell’ultima parte del libro, si lascia spazio a interessantissime interviste e altrettanto interessanti profili, tra i quali spiccano Don Letts (e i suoi aneddoti sui Clash), X e Philippe Marcadé (la sua intervista incentrata sulla nascita della scena punk newyorkese è una delle parti più belle del libro).
Spero di essere riuscito a dare un’idea di cosa sia “Punk Born To Lose”, un libro che gli amanti del punk rock non devono farsi scappare. L’auspicio che lo spirito continui deve essere portato avanti e “Punk Born To Lose” è sicuramente manifesto di questa speranza condivisa da tutti noi.
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