“Eternal” il nuovissimo lavoro dei Viboras in uscita Venerdì 8 Ottobre per Ammonia Records / Professional Punkers / Tufo Rock Records, è il secondo capitolo di un concept album iniziato nel 2019 con la pubblicazione dell’EP “Bleed”.
Non un B side come si potrebbe pensare, ma un’idea ben precisa quella dei Viboras di fare un disco in due parti, così da poter rendere ogni singolo pezzo più assimilabile per l’ascoltatore e nello stesso tempo andare ad evitare i noiosi pezzi riempitivi di un disco canonico.
Come realizzare tutto ciò? Molto semplice… Far uscire il primo ep e a tempo debito scriverne un altro, per poi racchiudere il tutto in un unico disco. Il risultato “Bleed Eternal” per l’appunto raccoglie entrambi i lavori e unisce le rispettive cover in una nuova grafica che ne svela la totalità dell’opera: Medusa (artwork di Eternal) con al centro del petto il cuore di Bleed, e il tutto sempre firmato dalla mano dell’esperta Irene.
L’Ep composto da 6 brani, si arricchisce nel formato cd jewel box di altri 4 pezzi per un totale di 10 brani i cui testi raccontano esperienze personali vissute dalla cantante, spesso amare e difficili. Amicizie tradite, delusioni, preoccupazioni, il rifiuto dei mali della società e altre tematiche soggettive ma condivisibili da ognuno di noi nella loro trasversalità.
Come avvenuto per “Bleed” ad arricchire “Eternal” la presenza di nomi noti della scena rock’n’roll e punk rock nostrana: Paletta (Punkreas), La Dava (Vallanzaska), Il Metius (The Midnight Kings), Lester Greenowski, Sebi (Senzabenza), Max (Senzabenza) e Pera (Watertower).
A fare da apripista ai nuovissimi pezzi troviamo “Fucking Special”. Il singolo uscito nell’ottobre del 2020 in classico stile Viboras, si fa subito notare per la sua intensità e per la forza che trasmette, come a volerti abbracciare e tirare su quando alla perdita di una persona cara segue la realizzazione di quanto fosse fottutamente speciale: un argomento tanto semplice quanto importante.
“Dystopic” il secondo pezzo del nuovo lavoro (il primo del lato b se avete tra le mani il vinile), si presenta con sfumature decisamente più cupe non solo nel titolo e nel testo ma anche nella parte musicale con delle sonorità decisamente più ruvide e quella voce tirata che rigetta la situazione distopica del mondo attuale (A dysfunctional state or society that has a very poor standard of living).
“My fate”, uno dei pezzi a mio avviso più bello di questo album presenta il format a due voci già visto in Bleed con “Don’t worry about me”. Questa volta tocca a Metius dei Midnight Kings duettare con Irene per quella che è una scarica di rock’n’roll di altri tempi che si sporca di garage punk e con i suoi giochi di chitarra e i suoi cori così trascinanti ti esorta a non rinunciare per nessuno al destino che ti sei duramente scritto.
“Devil’s touch (His ghost)” poggia solidamente sul ritmo dettato da batteria e basso per danzare su sonorità psychobilly, che richiamano quelle dei Creepshow, e raccontarci di un arrivista che fatto un patto col diavolo finisce con il rimetterci la cosa più preziosa che ha: l’anima.
Tutti hanno avuto un momento nella propria vita in cui hanno sentito che è troppo tardi per sistemare qualcosa, ed è quello di cui parla “Too late” il pezzo più soft dell’intero album che si impreziosisce dei virtuosismi di Lester Greenowski alla chitarra oltre che accompagnare Irene e soci con la sua voce calda e ferma. Pezzo da ascoltare e riascoltare, perché non ti stancherà mai.
Completamente opposto il sound di “Non lo so”, bonus track disponibile solo nella versione cd, uscito come secondo singolo a Marzo 2021 e ben accolto da tutti i fans di quello ska punk di fine anni 90. La coinvolgente song cantata tutta in italiano e con inserimenti di fiati si avvale d’altronde della collaborazione di due grandi maestri della scena italiana come La Dava dei Vallanzaska e Paletta dei Punkreas, ed è ispirata dall’aumento dei casi di violenza all’interno delle coppie durante il lockdown.
Altra canzone figlia della pandemia è “No turning back”, incazzata e urlata ci riporta i Viboras dei primi album e ci parla di quando la società sembrava stesse andando a farsi fottere. Delle preoccupazioni e delle delusioni del periodo che hanno portato a chiedersi se fossimo al punto di non ritorno.
Dalle sfumature decisamente più metal “Stranger”, l’ultimo pezzo dell’ep che parla dell’amicizia inesistente di chi dimostra di non essere mai stato interessato ad essere tale per te, e che si rivela essere semplicemente un estraneo.
Spazio infine alla special track “Too fast” scritta da Sebi dei Senzabenza per i Viboras. Il pezzo venato di 70s-pop vedi lo stesso Sebi duettare con Irene e trova la partecipazione di Max Bergo (Senzabenza) alla batteria e Pera (Watertower) al basso.
Chiude l’album “I don’t know” la versione inglese di “Non lo so”, sempre come bonus track disponibile nella versione cd.
I Viboras ancora una volta non lasciano nulla al caso, con idee chiare e un sound che si fa più forte ad ogni album, riconfermano quella capacità di sapersi mettere in gioco a 360° senza mai fossilizzarsi in comfort zone. In Eternal troviamo un ulteriore step a quello che era Bleed (https://www.punkadeka.it/bleed-nuovo-ep-per-i-viboras/). Figlio anche delle diverse collaborazioni e dei progetti che si sono seguiti in questi ultimi due assurdi anni di pandemia, Eternal dimostra di essere la parte complementare di un unico progetto compatto e solido e non un semplice lato B. Ben realizzato in ogni suo dettaglio da Irene (voce e chitarra), Sal (chitarra e cori), Gabba (basso), Ga (batteria) e forte delle speciali partecipazioni già citate.