Prima di iniziare con tutta la serie di emozioni e di ignoranza che hanno riempito la nottata va detto che era importante sostenere l’evento per almeno due buone ragioni, la prima in assoluto è che il ricavato è andato a sostegno di Marina, in carcere per i fatti di Genova del 2001, la seconda è che si avvicina quel maledetto 16 marzo e alla gente come noi tremano le mani e sanguina il cuore, ma questa data dobbiamo ricordarla.
Arrivo al Cox18 dopo 20 minuti buoni di bestemmia da parcheggio, mi lascio alle spalle il falso sfavillio dei navigli baüscia e giro in conchetta dove le luci sono più basse ma la gente è decisamente migliore, tante le persone che conosco, tantissime, quasi tutte conosciute le facce, sono le 23 e Milano sembra abbia risposto bene, quindi vado dentro la saletta per una birra e per ascoltare la presentazione di Ruggero.
La serata inizia alle 23.30 circa con Ruggero Daleno che ci presenta il suo libro “Essere Skinhead”, davanti al palco tanta gente ascolta questo “pischello”, come lui stesso s’è definito, che racconta come nasce l’idea di scrivere il libro e cosa vuol dire stare dalla parte sbagliata al suo paese, e “pischello” posso dire con certezza che è riferito unicamente alla sua data di nascita perché di fronte mi trovo un uomo che ne ha già passate troppe, bello vedere al suo fianco un’altra generazione di Skinheads, Alex Alesi e Ste ogni tanto intervengono e Paolo porta le birre, si conclude tra gli applausi e i miei complimenti a Ruggero.
Iniziano i live, una sistemata al palco e ai suoni e si parte con Gli Ultimi, ad essere sincero all’inizio il pubblico è un po freddino, poi però arriva lo Skifomarcio da Bologna e la serata si anima, iniziano i primi stage diving e ho il presagio, pessimo, che per la mia macchina fotografica non sarà una serata facile. Fanno pezzi presi un po da tutti i dischi, con emozioni sempre a rotta di collo con “Eroi” e “Verso Casa”, ne approfitto a fine concerto per prendere una maglia e rinnovare, come ogni volta, i miei complimenti per quella che per me è da sempre tra le band migliori della scena, amici coi quali ho sempre il piacere di fare due chiacchiere prima e dopo il concerto, e che spero di rivedere quanto prima.
Tocca ai Sempre Peggio, ne avevo sentito parlare molto e bene ed avevo dato un ascolto al loro primo disco, ma prima di fare una recensione vista l’occasione volevo vederli dal vivo…UNA BOLGIA! Potentissimi e strafottenti, sparano a raffica tutti i pezzi del disco con la somma gioia dei presenti che urlano a squarciagola quelli che sono già diventati veri e propri anthem, come nel disco fanno la cover dei Wretched “Dentro Te” con alla voce Max dei Logica di Morte da delirio puro, e la temperatura sale soprattutto sulle note di “al bar di gola”…chiedo scusa per la monotematicità delle foto ma era davvero impossibile muoversi.
Verso l’1 e mezza salgono i Bull Brigade, seconda data in italia di presentazione del disco “Vita Libertà”, l’atmosfera è subito rovente e loro di certo sul palco non si risparmiano, c’è mezza Torino al seguito e frequenti sono le incursioni sul palco di Giò (Gavroche) e Steo (S-Contro), vogliamo parlare di “ma che cosa resta di noi” a 3 voci (più le altre 200 sotto il palco)? Come per i Sempre Peggio mi sono posizionato a lato palco e da li non sono più riuscito a muovermi tanta era la calca, si inizia con un corale “YEAH” che apre “mai confonderla” come sul disco per poi fare via via praticamente tutti i pezzi dell’ultima perla (tranne PSM, purtroppo non c’era ABAN) e tanti da Strade Smarrite. Il finale è una tripletta sega gambe composta da una versione di “a way f life” davvero da brividi, la splendida “sulla collina” e lacrime a fiumi su “troppo distanti”, poi però c’è spazio anche per un ritorno sul palco per concludere tra litri di sudore, birra e tatuaggi una serata ed un evento davvero speciale ed emotivamente forte.
Concludo ringraziando chi s’è fatto mille sbattimenti per l’organizzazione e la riuscita della serata, il COX18 davvero tutti gentili ed ospitali, i gruppi che hanno suonato, Ruggero per la bella ed interessante presentazione (un abbraccio amico mio) e tutti i presenti per la pazienza nei miei confronti quando dovevo passare per fare foto.