Nel suo side project 6’10, Tobin Bawinkel, leader della band celtic punk Flatfoot 56, abbandona crudezza e distorsioni e si rende completamente vulnerabile presentando un folk rock genuino e romantico.
Sono Josh Robieson (ex Flatfoot 56), Mike Pettus e Keith Perez ad accompagnarlo in questa avventura con l’album “The Humble Beginnings of a Rovin’ Soul”, disco uscito in america alla fine dello scorso anno ma solo il 9 Gennaio in Europa.
Sonorità leggere e giocose dominano il disco facendo inizialmente storcere un po’ il naso ai fan della versione più punk di Bawinkel, ma dopo l’ascolto si rimane stupiti per quanto di punk ci può essere in un disco folk strizzante l’occhio al bluegrass; a partire da quella voce grossa e graffiante fino ad arrivare alle tematiche affrontate nel disco, che pone infatti l’accento sull’aspetto dello story telling.
L’album racconta un viaggio, un’avventura, dentro a sé stessi oltre che per il mondo, raccontando gli anni più difficili di Bawinkel mantenendo però una certa dose di gioia e speranza garantita dai vari plot twist inaspettati e spesso risolutori.
Pensate alla traccia conclusiva, “The Travelers”, in cui un marinaio ed un train hopper (che non so se abbia un nome in italiano) discutono sul vero significato della libertà rievocando i loro viaggi e le loro esperienze.
Musicalmente parlando ciò che rende il disco piacevole ed interessante è il sinuoso alternarsi di brani spensierati ed upbeat come “Hurricane” o “Someday hun” – che descrive in un modo parecchio inusuale l’enorme impatto della vita on the road sulle relazioni sentimentali – e di ballate più cupe, tipiche del genere, una su tutte “Where Did You Go”.
“The Humble Beginnings of a Roving Soul” è un disco ricco, ammiccante, carico di freschezza e di sentimenti.
Un ascolto quasi catartico.