Pur non essendo un giornalista, mi sono sempre attenuto alla regola giornalistica che nei live report e nelle recensioni, la presenza di chi scrive dev’essere tenuta lontana, ho sempre trovato fastidiosi i recensori che ci raccontano a che autogrill hanno trovato i loro amici, con chi sono andati al concerto, quanti campari si sono bevuti prima e dopo, ecc…ma questo non è un live report qualsiasi, questo è più che altro un diario del tour, quindi la presenza mia e dei cazzi miei personali qui dentro sarà massiccia.
Lettore avvisato.
200BULLETS – TOUR EUROPEO 6-12/12/2006PARTE 1
Personaggi principali di questa tragicommedia:
Massi – Chitarra e voce 200Bullets Sergio – Batteria 200Bullets Dario – Chitarra e cori 200Bullets Teo – Basso e cori 200 Bullets Io – Accompagnatore, roadie, semi-giornalista, scroccatore di birrre full time
Detto questo iniziamo con la cronaca spicciola.
Giorno 1: MILANO – BERLINO
Milano ci saluta con una giornata non particolarmente fredda, un po’ sul grigio andante come è abitudine di questa città. Si parte sul presto da casa di Sergio, il furgone è bello carico di strumentazione e esseri umani a metà tra l’addormentato e l’esaltato. Calcio d’inizio alla musica con i Social Distorsion di “Sex, Love and rock’n’roll” e in breve la patina di sonno se ne va sulle note di “Live before you die”. Come in tutte le giornate di viaggio non c’è granchè da dire…se non che il primo autogrill a cui ci fermiamo è l’orrendo “Heidiland” (in Svizzera e dove se no?), con tanto di manichino di Heidi + pecore vive che salutano. Il furgone non è particolarmente potente e arriviamo a Berlino verso l’1.30, convinti di andarcene a letto portiamo gli strumenti in stanza e nella hall dell’ostello si materializza Anna, da Venezia, di cui tutti ci innamoreremo chi più chi meno. Dopo un giro nel quartiere dell’Ostello (Kreuzberg, lo stesso in cui viveva Christiane F.) e un ultimo giro di birre ci buttiamo sul divano della hall dell’ostello a parlare con Anna fino alle prime luci dell’alba.
Giorno 2: BERLINO. WILD AT HEART.La giornata la passiamo da turisti visitando Alexander Platz, un pezzo del muro, il monumento ai caduti nei campi di concentramento, la Rathaus, il Parlamento (chi l’ha detto che siamo solo dei punkrockers ignoranti? Ah, si. Noi!) e il cafe’ bar “La Crapule”, dove ci siamo fermati a ricare le energie con svariate birre e cocktails e a recuperare Massi (che ci raggiungeva a Berlino in aereo). In serata abbiamo raggiunto il locale Wild at Heart, posto stupendo, un bar con palco per musica dal vivo da dove sono passati Exploited, Queers, GBH, American Heartbreak e altri (Derozer, Manges, Hormonauts, De Crew, Forty Winks…); cena al surf bar li di fianco, un po’ di socializzazione con gli altri gruppi e concerto di mezzora fino alle 00.15. Il gruppo prima dei 200bullets era abbastanza famoso, quindi il locale era pieno e un bel po’ di gente e’ rimasta anche per i 200bullets, che a parte una versione diciamo “molto personale” di “Ring of Fire” hanno fatto veramente un ottimo concerto, ben suonato, hanno migliorato la presenza scenica e hanno riscosso un bel po’ di applausi…ah, ci hanno dato talmente tante consumazioni gratuite che non siamo riusciti a finirle nonostante l’impegno! Dopo il concerto ce ne siamo andati con Anna e la Fra (mia amica d’infanzia che vive a Berlino) in un locale in cui mettevano swing e rock’n’roll anni ’50, ingresso a un euro. Nel delirio alcoolico abbiamo poposto ad Anna di seguirci in tour…
Giorno 3: BERLINO – POZNAN
Anna ha deciso di seguirci in tour…posto ce n’è sul furgone, poi ho constatato personalmente essere una valida compagna di bevute…perchè no?Prossima tappa: Poznan, Polonia.
Arriviamo in serata, il bar è minuscolo, la sala dove si suona conterrà massimo 30 persone (belle pigiate) e questo ci piace. L’accoglienza polacca è devastante dal punto di vista alcoolico, mangiamo una misera pizza ma le birre, i superalcolici, i cocktail alla banana e gin (?) e il vino non smettono mai di arrivare al nostro tavolo. Il concerto dei Bullets si svolge davanti a un pubblico necessariamente non molto numeroso ma molto molto caloroso; non capita tutti i giorni di avere una band italiana da queste parti, e quando capita i polacchi decidono di non risparmiarsi. Ottimo anche l’aftershow con grande amicizia col gruppo di supporto. Uscendo dal locale ci siamo ritrovati il furgone coperto di scritte polacche che il nostro nuovo amico “SIMPLY PUNKROCKER” (l’abbiamo battezzato così, è lunica cosa che sapeva dire in inglese) ha cercato di tradurre mentre cercava di reggersi in piedi con scarsi risultati. La serata finisce con me e Anna che balliamo un lento di Paolo Conte in piazza a Poznan alle 5.00 mentre un vigile ci fa notare che avevamo il retro del furgone aperto, e non fa una piega vedendo Sergio in stato semi incoscente seduto al posto di guida che urla quasi piangendo la canzone di Paolo Conte. Tutto bene quindi….ma il furgone aveva delle sorprese in serbo per noi.