Questo è un report scritto a due mani, e probabilmente si nota. Ci piace sparigliare le carte, muovere le acque, incrociare facce nuove, aprire le finestre dei nostri poveri orticelli musicali all’aria fresca del rock’n’roll. E’ la passione che ci muove, una passione che alcune volte fa la differenza.
Eccoci di nuovo a commentare una grande serata all’insegna della passione e del ricordo nei confronti di John Graham Mellor. Per la seconda edizione del Tributo Italiano a Joe Strummer abbiamo cercato di offrire il meglio (leggesi cast, brani suonati, ospite,comunicazione) in relazione alle nostre possibilità e conoscenze. Ci sentiamo di poter dire che, sulla base soprattutto del riscontro di quanti sono intervenuti all’Estragon, i nostri sforzi siano stati premiati con un concerto di rara intensità e partecipazione emotiva. Ovviamente un grazie come una casa va a tutte le band, a quel grande performer di Mr.Pablo Cook, all’amico Anthony Davie, ed in particolare alla splendida gente che ha assistito e fisicamente partecipato alla kermesse oltre, of course, a Joe Strummer ispiratore del tutto. Mettiamo on line questo report proprio il 22 dicembre, una data tristissima per tutti noi, ma che ci permette di mantenere viva la memoria di uno straordinario menestrello dei nostri tempi che ha saputo dare un senso sociale alla musica, travolgendoci emotivamente insieme alla Band che tutti conosciamo, ovvero The Clash. Il ricordo di Joe ha coinvolto tutti, ma proprio tutti, la sera di sabato 17 dicembre 2005.
IL TRIBUTO
Bologna, Estragon, 17 Dicembre 05 – 2a Edizione
Un tributo doveroso, lo ribadiamo, visto il grande bagaglio artistico e culturale che Joe ha lasciato, bagaglio che certamente sarebbe potuto crescere notevolmente in questi anni, anche grazie al supporto della Hellcat Records nella persone di Tim Armstrong e Lars Fredericks, che hanno dato a Joe il giusto riconoscimento e supporto, producendo i suoi ultimi album realizzati insieme ai Mescaleros.
Una serata all’insegna della musica dei Clash e di Strummer il cui spirito aleggiava in ogni dove all’interno dell’Estragon che ha ospitato ancora una volta questa intensa serata organizzata da Radioclash e Punkadeka. Band da ogni parte d’italia che hanno dato il massimo, band che hanno ricevuto e preso molto dai Clash , trasportando tutto ( e non si parla di sola musica) all’interno del proprio gruppo.
La gente al concerto era composita : c’erano ragazzi e “ragazzi un po piu’ grandi”, riconoscibili solo per qualche capello brizzolato e qualche ruga, anche qualche famiglia con i piccoli al seguito. Insomma, tutti presenti, senza distinzione anagrafica e geografica, persino dalla Sardegna che quest’anno ha visto sul palco i Radioclash , band cagliaritana, esibirsi in uno show mozzafiato, ed ancora ringraziamo chi li ha segnalati (Giulio e Giovanni).
Anche questo anno non è mancata la presenza di Anthony Davie, amico di Joe e facente parte della crew dei Mescaleros, insieme a Pablo Cook, percussionista dei MESCALEROS che ha eseguito grandiosamente alcuni brani insieme alle band che si sono susseguite sul palco.
La serata inizia con i Pakidharma da Savona, giovane band a cui è spettato l’onere di rompere il ghiaccio intorno alle 18.20; certamente un compito arduo che i ragazzi hanno svolto con impegno, consapevoli di trovarsi su un palco che di li a poco avrebbe ospitato band piu’ collaudate ed esperte. In ogni caso le loro versioni di “Guns of Brixton” e “English civil war” hanno mostrato la grinta di chi ha voglia di fare e di dire qualcosa a chi è sotto il palco, prerogativa importante per chi vuole portare avanti certi ideali, musicalmente parlando.
Qualche disguido blocca le band romane in autostrada e secondi a salire sul palco sono quindi i Controllo Totale, Clash tribute band da Modena. Nonostante il forfait del loro batterista (Enrico Ex Stigmate) non si sono persi d’animo, ed hanno rimediato con Antonello (drummer dei Radio Brixton), un sostituto d’eccezione nel perfetto stile solidale della serata, regalando uno bello show con Hateful, Garageland, Rock the Casbah, White Man in Hammershmit Palace. Per chi si è perso il loro show vi consigliamo di non lasciarveli sfuggire dal vivo.
Arrivano dopo un brevissimo cambio palco i torinesi Radio Brixton, presenti nella scorsa edizione, e certamente riconfermati anche in questa seconda. Con loro si viaggia sul sicuro, sono fra le tribute band più apprezzate a livello Italiano, hanno avuto contatti ravvicinati con l’entourage di Strummer ed hanno anche suonato a Londra un tributo ai Clash. Naturalmente hanno regalato uno show carico ed emozionante oltrechè valido tecnicamente, inoltre Beppe (il bassista che vive in Val di Susa) ha ricordato con intensità la situazione della Val Susa. Parlando con lui nel backstage ci si è resi conto ancora maggiormente della gravita’ e del nonsense di questa ennesima opera pubblica, la quale non portera’ alcun vantaggio se non nelle tasche dei soliti imprenditori e politicanti di turno ad essi collegati. Volano i loro pezzi : “Death of glory” , “Train in vain” ed un’ ottima versione di “Yalla Yalla”, con Pablo Cook sul palco insieme a loro a lavorare di percussioni.
Peccato per i soli 15 minuti di performance, il cambio palco incombe ed ecco arrivare dalle periferie di Roma i Prisoners , la band lascia il segno con le versioni di “London’s Burning” e “What’s my name” e due brani tratti dal loro cd, ancora un po’ acerbi ma certamente penalizzati dal fatto che erano appena arrivati dopo il lungo viaggio ritardato per blocchi autostradali causa nevicate sulla FI-BO. Comunque il loro street-punk ha la carica giusta per affrontare la gente che, con il passare dei minuti, e sempre piu’ velocemente, andava ad ingrossare le fila sotto il palco.
Ancora la velocita’ del cambio palco e ancora una band romana pronta a suonare, quelli di “Centocelle City Rockers”, ovvero i Klaxon. La storica punk-band (25 anni alle spalle e spirito inalterato) con un infiammato show ha confermato l’ottima impressione fatta nel tributo 2004. Quadrati, tostissimi, determinati, con una seconda chitarra ad irrobustire alla grande il sound. Efficacissime le loro versioni di “I’m so bored of the USA” e di “Police On My Back”.
Ecco salire sul palco i Linea da San Giuliano Milanese, questa band nell’ultimo anno ha saputo regalare davvero molte emozioni attraverso la loro musica, e grazie anche a Mauro (grazie a te Fulvio, avete per caso un violino?) che con Radioclash.it ha saputo dare un punto di riferimento a tutti coloro che seguono i Clash in Italia ; non so voi ma io (Fulvio) quando ascolto Police & Thieves eseguita da loro mi sembra di ascoltare i Clash…. Anche con loro si esibisce alle percussioni Pablo Cook, in una tirata versione di “I Fought The Law” che coinvolge di brutto il pubblico.
Se le vibrazioni positive nascono da qualche parte , direi che i Linea sono uno di quei punti di partenza (ascoltatevi “Ossigeno” un loro pezzo). Non perdetevi il loro ultimo CD che trovate recensito anche sulle pagine di Punkadeka.it.
Arriva il momento dei bolognesi e qui si leva la ola perché anche loro sono di casa nelle mille serate tributo che durante lo scorso anno si sono fatti un po’ in tutta italia. Parliamo dei Clampdown (Clash tribute band), i quali, con un suono migliorato e potente e con una grinta che ha permesso loro di far rendere al massimo brani come “Revolution Rock”, “Clampdown”, “I’m not Down”. Con loro si è accodato Pablo Cook su “Rudie Can’t Fail”, e Marco Mezzetti dei Ratoblanco , certamente anche per loro purtroppo un piccolo spazio ma molto ben sfruttato. Hanno fatto un miglioramento notevole rispetto agli esordi del 2004, sono bravi, hanno temperamento e spirito giusto. Veri rockers (Mauro)
Direttamente da Rovigo iMarmaja, una folk-rock band che a dire il vero non sapevo (Fulvio) come avrebbe potuto eseguire i brani dei Clash ed invece sono rimasto particolarmente e positivamente stupito (io no, Mauro). Non so perché avevo questo pregiudizio ma direi che sono andati molto oltre le mie aspettative, forse perché non soliti a dividere palchi con punk band, ma mi rendo sempre piu’ conto che se c’è attitudine e voglia di fare poco importa, e del resto i Clash erano la band delle commistioni no ? (ben detto Fulvio, ci siamo). Certamente di impatto diverso rispetto alle altre band ma con un vena compositiva particolare ed originale. Belli i loro brani e notevole anche la loro versione di “Lost in The Supermarket”.
La band rivelazione della serata sono stati loro, direttamente dalla Sardegna, ovvero i Radioclash. La band ci era stata segnalata da due ragazzi sardi e noi abbiamo invitato loro a partecipare al tributo e non c’è ne siamo pentiti assolutamente, perché hanno dimostrato di essere persone davvero speciali, siamo molto felici (Mauro e Fulvio) che i Radioclash abbiano partecipato e certamente sara’ una band che ci piacerebbe rivedere presto al lavoro nel “continente”, perché a volte scocca la scintilla e… La band fa capo ad Alberto Sanna che in Sardegna è molto conosciuto per le sue attivita’ musicali come cantautore, nella veste di clashiano chi c’era lo ha apprezzato molto, e a detta di tutti è stata la band che maggiormente colpito l’attenzione: folgoranti. La scaletta dice già molto : “The Magnificent Seven”, “Career opportunities”, Should I Stay”, “Let’s go crazy”. Tecnicamente eccellenti, peccato averli potuti vedere in azione per solo 15 minuti, ma abbiate fede perché proveremo a farli ritornare. Ancora un grazie personale da Punkadeka e Radioclash a Giovanni e Giulio per la segnalazione.
Il tempo corre velocemente e siamo gia’ al giro di boa, e che giro con The Stab che hanno lasciato in visibilio la gente , soprattutto per i salti di Abbondante !!
Anche loro bolognesi e anche loro appartenenti alla storia del punk bolognese, ragazzi fuori dal branco che ancora oggi continuano imperterriti a dire la loro. Con “Clash city Rockers” e “Hate and War” hanno letteralmente spiazzato tutti lasciando a bocca aperta grandi e piccini; Romano con la sua carica ha rigenerato le prime file che cominciavano ad accalcarsi , anche perché di li a poco sarebbe salito sul palco una leggenda bolognese del PunkOi!…nessuno immaginava che potesse accadere ma ad un certo punto è salito sul palco Steno, storica voce dei Nabat che si è unito agli STAB per ridare vita a quella leggenda di band che ora rivive grazie a Steno con i Laida Bologna Crew ( che purtroppo questa sera non erano presenti per altri impegni di Marzio e Gigi con i Valentines…). Sara’ stata un fortuna per noi? Io direi di si (Fulvio) perché di vedere Steno con gli Stab riuniti non me lo sarei immaginato, ed i ragazzi hanno gradito molto questa lieta sorpresa tanto da scatenare un pogo incredibile che ha fatto preoccupare qualcuno del locale. Tutto tranquillo, tutti sani e salvi.
Steno era in forma e molto incazzato quando ha denunciato la politica sociale degli amministratori della citta’ che stanno disattendendo le aspettative di un miglioramento della vivibilita’ artistica e non solo; del resto una serata come questa non poteva essere piu’ a tema per parlare di denunce, dalla TAV al comune di Bologna ma la lista potrebbe continuare all’infinito perché l’ingiustizia sembra sempre regnare sovrana.
Dopo questa bella sorpresa e con un pubblico davvero caldo ecco arrivare sul palco un’altra storica band della scena PunkOi!, i Klasse Kriminale da Savona. Il pogo è ovviamente continuato energicamente con l’esecuzione di “Loro”, brano che al suo interno contiene un intermezzo di Police & Thieves cui si è accodato Pablo Cook che ha eseguito alle percussioni anche “Redemption Song” cantata da Manuela. Il calore dei kids non è mancato ed anche i Klasse Kriminale di Marco Balestrino hanno tenuto alta la bandiera di Joe Strummer, confermando dal vivo le note più che positive dell’ultimo album. La band è parsa molto rodata e sicura di sé, anche grazie al lavoro di Devil che è, non lo scopriamo ora, un ottimo batterista (Mauro dixit – “della serie se la cantano e se la suonano”). Salgono sul palco iBankrobbers (Clash tribute band da Bologna), rivoluzionati nella line up, con l’inserimento di Lerry e Marco dai Clampdown (rispettivamente alla chitarra ed alla batteria), ma non nello spessore dell’esibizione. Nessun problema quindi, show bello tosto e deciso con pezzi da brivido quali “Safe European Home”, “Tommy Gun”, “Somebody Got Murdered”, “Complete Control”. Great !!
Si volge verso il termine e come in tutte le belle storie si attende il gran finale ma ci sono ancora tre band.
Direttamente dalla provincia senese e con il loro carico di allegria ecco i Ratoblanco con Marco Mezzetti leader indiscusso e trascinatore impeccabile, toscano e clashiano fino al midollo.
Anche con loro sale sul palco Pablo Cook e l’infuocata “London Calling” decolla immeditamente e nessuno si astiene dal cantarla insieme a loro, anche Anthony Davie che praticamente ha assistito a tutte le esibizioni da sotto il palco. Stupenda a mio avviso (Mauro) la “rock version” di “Tropic of no Return” tratta da “The Walker di Joe Strummer”, nonché “Mondo Bongo” da Global a Go-Go, alla quale ha partecipato con particolare intensità Pablo. Bravissimi i Ratoblanco, speriamo riescano a risolvere qualche problemino di formazione, perché anche con loro vogliamo poter collaborare fraternamente.
Il gran finale è dietro l’angolo e le atmosfere si fanno piu’ intime perché stanno per salire sul palco i Gang. Marino e Sandro Severini in duo semiacustico per le splendide esecuzioni di “Guns Of Brixton” e “This is England”. Certo che sui GANG non si sa più cosa aggiungere di nuovo. La loro storia è nota e la loro caratura artistica ed umana la si puo’ apprezzare conoscendoli personalmente… gente comune con la passione della musica, ed anche se arrivi da Filottrano puoi avere un cuore Rockers (Filottrano City Rockers era la maglietta che sfoggiava Marino), ed in questa serata l’atmosfera era di quelle giuste per ascoltare quello che per me (Fulvio) incarna Joe Strummer non solo per una somiglianza (guarda che Marino ti rovina Fulvio), o per il modo di vivere fuori dal music business senza accettare compromessi, ma anche perché è un artista completo e di una sensibilita’ unica. In acustico o insieme alla band, i Gang sanno sempre regalare emozioni, proprio come in questa serata. Verissimo Fulvio, e poi ‘ndo le trovi due persone di questa pasta nello sfigato business musical-nazionale ?? Teniamoceli stretti e speriamo di sentire al più presto loro nuove canzoni da poter cantare insieme (Mauro).
Da Filottrano city Rockers si giunge al finale con i Malavida , ottima band che meriterebbe maggiore attenzione (ma noi gliela daremo, Mauro) e che speriamo possa giungere presto alla pubblicazione del nuovo disco.
Anche loro belli tosti hanno chiuso degnamente la serata regalando ultime perle come: “Wrong em Boyo”, “Junco partner”, ed stralunata ma efficacissima di “Straight to hell”.
Come sempre, peccato per il tempo tiranno che passa velocemente, ci si ritrova tutti insieme per il gran finalone con tutte le band sul palco a cantare insieme “I Fought the Law”, in una versione irresistibilmente allungata.
L’emozione è stata tanta sia sul palco ma soprattutto sotto il palco, pensiamo che Joe si sarebbe divertito all’interno dell’Estragon questa notte, ed i nostri ringraziamenti per il pubblico che ha reso questa serata davvero grandiosa non saranno mai sufficienti. La stella di Joe ha brillato forte per tutta la serata, la fiamma e quello spirito non si è spento, questo è sicuro. Un grazie di cuore nuovamente a tutti : alla gente, alle band, all’Estragon, ai dj Tiziano e Savio che si sono intervallati facendoci gustare dell’ottima musica Clash style, agli amici che si sono fatti il culo in silenzio per tutta la serata (Daniele, Stè, Giuliano, Mono, Vittorio, Luca ed il suo amico…). Grazie ad Ant, a Nyle, a Pablo Cook il quale, oltre ad essere un grande performer, si è dimostrato davvero : ONE OF US. Avevamo visto giusto nell’invitarlo, bisogna dirlo ! Pablo ed Ant erano contentissimi davvero, non avrebbero mai immaginato un calore ed una accoglienza simile.
Che dire ancora, siamo soddisfatissimi, siamo contenti e carichi per ripensare ad una terza edizione che certamente vedrà molte novità (calma Fulvio calma….the future is unwritten, almeno per me-Mauro). Comunque sono serate che valgono tanto, che lasciano un ricordo indelebile e danno ancora più stimoli.
Per dirla con i Linea “Metto tutto il cuore che ho e finchè dura è OSSIGENO”.
W JOE STRUMMER